Riduzione delle sostanze inquinanti nell’atmosfera, canali d’acqua che tornano ad essere limpidi, immagini dallo spazio di un Europa senza nuvolette rosse. Insomma, il Pianeta sta traendo beneficio dall’immobilità dell’uomo. Qui ti spieghiamo nel dettaglio cosa e come sta succedendo.
- Copernicus e l’inquinamento ai tempi del Coronavirus
Che la Terra risenta dell’azione dell’uomo in maniera decisiva è un dato ovvio e ormai noto. Così com’è ovvio e noto il nostro ruolo nell’inquinamento atmosferico, terreno e delle acque.
Prendiamo in considerazione solo due esempi che da soli possono rendere la cifra delle conseguenze disastrose di un comportamento non solo sbagliato, ma indice di sconsideratezza e inciviltà: la Terra dei Fuochi in Campania con il suo terreno radioattivo, e per allontanarci dal nostro Paese la Pacific Trash Vortex, l’isola di plastica nell’Oceano Pacifico.
L’agire umano modifica il mondo. E cosa succede quando noi ci fermiamo? Semplice. La Terra riprende a respirare.
Nel tempo del Coronavirus noi ci siamo fermati e lei sta prendendo una boccata d’aria.
A dircelo è Copernicus, il più grande fornitore di dati di osservazione della Terra. Si tratta di un programma ambientale europeo, figlio dell’ESA. Funziona così: i servizi Copernicus sono basati su informazioni provenienti da una costellazione di satelliti, detti “Sentinels”, e da decine di altri satelliti, le cosiddette “missioni partecipanti”.
Che cosa fa? Mette a disposizione dati, analisi, previsioni e mappe alle autorità di governo, scienziati, ricercatori e molti altri professionisti. Bene. In che modo Copernicus ci può aiutare a capire la relazione tra Coronavirus e inquinamento?
- Il diossido d’azoto registrato dal Sentinel-5P
Ecco, il satellite del progetto Copernicus che porta il nome di Sentinel-5P ha mappato il livello di inquinamento su Europa e Cina e ha rilevato un significativo calo di diossido d’azoto proprio in relazione al periodo di quarantena che stiamo vivendo.
La concentrazione di questo gas inquinante, causa di problemi quali asma e patologie polmonari, è diminuito del 10% soprattutto nel Nord Italia a partire da metà febbraio.
È successo che ci siamo fermati e questo ha dato modo alla natura di risollevarsi. Nelle più grandi città, la maggior parte dell’emissione del diossido d’azoto è dovuto proprio allo smog derivante dal traffico stradale.
Di conseguenza, le metropoli si sono svuotate e le immagini di Sentinel-5P mostrano aree urbane più limpide, con una differenza incredibile rispetto al marzo del 2019. In Europa parliamo in particolar modo di Milano, Parigi e Madrid.
- Il coronavirus e l’inquinamento in Cina
Rispetto agli ultimi tre anni, c’è stata una riduzione del 20-30% dell’impatto di inquinamento delle polveri sottili.
Inoltre, secondo il CREA (Center for Research on Energy and Clean Air), dal 3 febbraio al 1 marzo le emissioni di CO2 sono diminuite di almeno il 25%.
Claus Zehner, il mission manager del Sentinel-5P commenta così questi dati:
“Possiamo certamente attribuire parte della diminuzione della concentrazione di diossido d’azoto all’impatto del Coronavirus. Al momento possiamo notare una riduzione del 40% tra le città cinesi, pur essendo una stima non definita, considerando anche l’impatto climatico sulle emissioni.”
Per quanto i dati debbano ancora essere sviluppati e ottimizzati, possiamo dire però che la percentuale è davvero significativa.
Che cosa significa tutto questo? Significa che siamo gli autori e i responsabili di come si modifica il mondo che abitiamo. Significa che forse, osservando tutti questi dati, potremmo assumere maggiore consapevolezza e responsabilità. Capire quanto impattiamo sull’aria che respiriamo, la terra da cui raccogliamo gli alimenti, le acque nelle quali nuotiamo.
La Terra è in reset, è l’unica a trarre beneficio da questo virus che ha immobilizzato ognuno di noi. E molto probabilmente quando noi torneremo alle nostre abitudini sarà lei a soffrirne. Punti di vista, si potrebbe dire. Chissà che sia arrivato il momento giusto per cambiare prospettiva.
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