Pianta sempreverde, particolarmente longeva, si adatta facilmente ai cambiamenti climatici e riesce a rigenerarsi in maniera sorprendente: l’ulivo.
In questo articolo osserviamo l’albero d’ulivo con una lente d’ingrandimento e ti raccontiamo caratteristiche, varietà e tipo di coltivazione.
- L’ulivo e il bacino mediterraneo
Iniziamo chiamando per nome questa pianta. Il nome scientifico dell’ulivo è Olea Europaea e qui bisogna già fare una distinzione. Chiameremo l’ulivo coltivato Olea europaea sativa, quello che invece cresce spontaneamente è detto Olea europaea oleaster.
Ora aggiungiamo un ultimo nome: l’ulivo appartiene alla famiglia delle Oleaceae ed è l’unica pianta di questa famiglia a produrre frutti commestibili.
Bene, abbiamo finito con i nomi, ora cerchiamo di tracciare dei confini sulla cartina geografica e siccome abbiamo parlato di definizioni, è giusto elencare anche un po’ di numeri.
L’ulivo è la pianta mediterranea per eccellenza. Solo in Italia sono individuabili 538 varietà, corrispondenti a circa il 40% del patrimonio globale. In generale il bacino mediterraneo vanta ben il 98% della produzione di olive a livello mondiale. Parliamo di 11 milioni di tonnellate.
Perché la coltivazione si concentra quasi interamente nel bacino mediterraneo? Ha tutto a che vedere con il clima. Infatti, le condizioni climatiche ottimali per la crescita dell’ulivo sono: piovosità annua limitata, estati calde e asciutte e inverni temperati. Vediamo nel dettaglio come prendersene cura.
- L’ulivo: come prendersene cura
Innanzitutto, la pianta d’ulivo è in grado di adattarsi facilmente ai cambiamenti climatici e ha una resistenza incredibile. È un albero sempreverde, poco esigente, in grado di convivere anche con la siccità.
Definito spesso come “l’albero immortale” perché ha la capacità di rigenerarsi completamente, dalla radice alla chioma. Come?
Quando un ulivo muore o viene tagliato, dalla base rinasce sempre un nuovo pollone, vale a dire un nuovo germoglio giovane che permette di ridare vita alla pianta.
Nonostante la sua caratteristica di essere praticamente inattaccabile, ci sono degli accorgimenti specifici per la coltivazione dell’ulivo. Si tratta di accortezze per far crescere albero e frutti in maniera ottimale e garantire un’alta qualità del prodotto finale.
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Il terreno e le condizioni climatiche
L’ulivo necessita di un terreno abbastanza profondo, prevalentemente argilloso-calcareo. Infatti, i risultati migliori si ottengono quando la coltivazione dell’ulivo avviene su terreni di medio impasto.
È una specie termofila, ovvero adatta a vivere in ambienti caldi e temperati. È eliofila, ossia ha bisogno dei raggi solari e quindi trae beneficio da un’ottima esposizione al sole. Non tollera gli ambienti estremamente umidi, in più, una leggera ventilazione è favorevole alla crescita della pianta.
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Concimazione
La concimazione ottimale è quella ricca di azoto, fosforo e potassio. L’azoto è fondamentale nelle fasi della fioritura, il fosforo regola la fruttificazione e il potassio tiene sotto controllo il bilancio idrico e aiuta la pianta a combattere le avversità ambientali. L’apporto di questi elementi nutritivi dipende dalla fertilità del terreno.
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Potatura e raccolta
La potatura è fondamentale per ogni albero da frutto: permette alla luce di filtrare attraverso le foglie e rinnova la pianta stessa, eliminando tutti i rami in eccesso che ne intralcerebbero lo sviluppo. La potatura dell’ulivo di solito avviene una volta all’anno.
Il periodo di raccolta va in genere da ottobre fino a dicembre, le olive raccolte si conservano per un massimo di 48 ore e poi vengono portate al frantoio.
- Le tre cultivar d’ulivo e le varietà italiane
Partiamo da una domanda: che cosa sono esattamente le cultivar? Nient’altro che le diverse varietà di una stessa specie botanica.
Per quanto riguarda gli ulivi, la classificazione delle cultivar è stata stilata con un criterio preciso, ossia la trasformazione a cui sono destinate le olive. Parliamo di cultivar da olio, cultivar da mensa e cultivar a duplice attitudine.
Le cultivar da olio presentano una grandezza medio-piccola e hanno una maggiore resa in olio, per questo vengono prevalentemente destinate all’estrazione dell’olio d’oliva.
Le cultivar da mensa, al contrario, sono più grandi e di solito vengono vendute per uso diretto avendo una minor resa in olio.
Ruguardo e cultivar a duplice attitudine, si tratta di cultivar destinate a entrambi gli usi.
L’Italia vanta il maggior numero di cultivar al mondo. Elencarle tutte sarebbe impossibile, però ti facciamo un piccolo elenco delle più famose e apprezzate.
Pur essendo tipicamente una pianta mediterranea, l’ulivo non cresce solamente nel Sud dello Stivale. Quindi, che ne dici di fare un breve viaggio tra gli uliveti?
Iniziamo con il Frantoio toscano, coltivato soprattutto nelle province di Lucca, Pistoia e Pisa. L’ olio prodotto da questa cultivar si caratterizza dal colore verde netto.
Dalla Toscana abbiamo anche il pregiato Leccino che si è diffuso in gran parte dell’Italia centrale (Umbria, Ambruzzo, Marche, Lazio).
Al Sud spicca la Puratina pugliese con un retrogusto molto fruttato e con un sentore di mandorla dolce.
Nel Galgano si trova l’Ogliarola con le sue indistinguibili note erbacee
La Sicilia ci offre il Nocellara del Belice con retrogusto di pomodoro verde, le cui olive sono destinate alla tavola più che all’estrazione dell’olio.
Il Ravece della Campania, poi, è tra i più famosi della regione. Cresce in Irpinia e rilascia un sapore deciso e particolarmente piccante.
Ovviamente la lista non si limita a questi nomi, tutta la nostra penisola è ricca di varietà di uliveti e si è ormai imposta nel mondo come eccellenza indiscussa.
La nostra terra è davvero una miniera d’oro in campo di alimentazione e qualità del prodotto. L’ulivo è solo un esempio tra i tanti: un orgoglio nazionale di cui andare certamente fieri.