Scoperta all’inizio dell’800 in una pianta dal nome latino Inula (l’enula campana), l’inulina la puoi trovare normalmente al supermercato. Se è un’affermazione che ti suona strana, ti basterà guardare con occhio diverso asparagi, carciofi, topinambour, porri, cipolle, aglio, banane e grano, solo per citare alcuni vegetali comuni che la contengono.
- I benefici dell’inulina
In quantità diverse, è presente in moltissimi alimenti che consumiamo abitualmente…o che dovremmo consumare: un’alimentazione ricca esclusivamente di prodotti animali, farine raffinate e latticini e scarsa di verdure e frutta riduce moltissimo la quantità di inulina della dieta.
La sua assenza nell’alimentazione può essere un problema? Sì, perché si tratta di una fibra vegetale estremamente utile.
Innanzitutto, come fibra solubile aiuta il transito intestinale a “procedere bene”. E mentre passa nell’intestino non la digeriamo noi esseri umani, perché non abbiamo la capacità di rompere i legami della fibra (è una catena di molecole di fruttosio legate in modo particolare) e smontarla, ma lo fanno i batteri nel nostro colon (soprattutto i bifidobatteri), che la fermentano e producono da essa energia per la propria crescita e alcune sostanze come propionato, butirrato e acetato.
Questi ultimi sono fondamentali per la salute delle nostre cellule intestinali ed intervengono in molti altri processi metabolici, compresa la riduzione di sintesi del colesterolo, la regolazione dell’appetito e la comunicazione a livello cerebrale.
In più alcuni studi indicano che la presenza di fibre come l’inulina nell’intestino durante la digestione migliora l’assorbimento di Calcio e Magnesio e Ferro.
Non poca cosa per un nutriente di cui praticamente neppure ci accorgiamo quando scegliamo cosa mangiare, no?
Quindi per dare una mano in più alla tua flora intestinale buona e alla tua salute puoi fare in modo che i vegetali ricchi di inulina compaiano con frequenza sulla tua tavola, c’è anche il vantaggio che nell’elenco ce ne sono di stagioni diverse, quindi la disponibilità di inulina in un’alimentazione variata e ricca di frutta e verdura è tutto l’anno.
- L’inulina e l’industria alimentare
In più, sulla base di queste conoscenze sulle sue caratteristiche nutrizionali o anche solo per alcune sue proprietà a livello industriale, l’inulina estratta e purificata è disponibile in molti prodotti alimentari come aggiunta. L’estrazione solitamente è dalle radici di cicoria, da quelle di dalia e di topinambour a seconda dei Paesi.
A cosa serve nell’industria alimentare? Ad esempio, come base in cui disperdere gli edulcoranti artificiali come aspartame o acesulfame: lei stessa ha un potere dolcificante (10% dello zucchero) e rende la miscela più gradevole e facile da dosare.
Oppure può ridurre la quantità di grasso nella ricetta di un prodotto confezionato: in forma gelificata simula le caratteristiche cremose e aggreganti di una matrice grassa (e ne imita le caratteristiche sensoriali al palato), riducendo quindi la necessità di quest’ultima nella lavorazione.
Pertanto, riassumendo se stai ancora domandandoti perché fare attenzione che l’inulina faccia parte dell’alimentazione quotidiana pensa a: riduzione del colesterolo e dei trigliceridi, miglioramento del transito intestinale, aiuto alla flora intestinale buona e riduzione del rischio di patologie intestinali, regolazione dell’appetito, assorbimento dei minerali e persino modulazione del sistema immunitario.
mi presento...
Mi chiamo Lilia Garnero e sono una Biologa nutrizionista. Ho una formazione Biomolecolare con successivo Master in Nutrizione e Dietetica Applicata ed esperienza di oltre diciotto anni in fitoterapia, integrazione nutraceutica e legislazione alimentare. Ho seguito corsi per nutrizionisti Kousmine, e negli anni mi sono specializzata in particolare in aiuto al benessere intestinale ed al Microbiota. Inoltre sono operatrice shiatsu professionale diplomata ed ora sto seguendo un percorso professionale in Biodinamica Craniosacrale. Ed ancora, pratico da anni meditazione nella tradizione di Thich Nhat Hanh, e cerco di portare la pratica della consapevolezza come strumento ulteriore in NuSh. Un continuo lavoro su di me e sulle mie conoscenze, fino ad essere ideatrice del Metodo NuSh® che integra un percorso scientifico nutrizionale in un ambito di riequilibrio energetico.
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