Secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità, l’ipertensione arteriosa è una condizione clinica che in Italia colpisce in media il 33% degli uomini e il 31% delle donne. Di questi, rispettivamente il 19% e il 14% si trova in una condizione di rischio. Analizziamo insieme il problema, cercando di capire in che modo modificare l’alimentazione in caso di pressione alta.
L’ipertensione, insieme al fumo delle sigarette e agli alti livelli di colesterolo, è uno dei maggiori fattori di rischio di malattie cardiovascolari. Per il suo colpire in maniera silenziosa e per non fornire sintomi della sua presenza nei soggetti affetti, l’ipertensione arteriosa è stata ribattezzata con il nome di killer silenzioso.
È importante ridurre i livelli pressori se eccessivamente alti ed è necessario conseguire questo risultato per gradi, evitando fiacchezza e spossamento, vertigini e nausea indotti dall’abbassamento repentino dalla pressione.
Oltre a specifiche cure farmacologiche (diuretici, beta-bloccanti, calcio-antagonisti, etc.) è possibile diminuire i valori mediante misure igienico-dietetiche tra cui:
- Riduzione del peso attraverso un’alimentazione ipocalorica
- Aumento dell’attività fisica, dalla camminata alla palestra, allo jogging
- Riduzione di alcol e fumo
Alimenti ricchi di sodio: meglio ridurli
Equilibrare i pasti, riducendone l’apporto di sale (e quindi di sodio), è sicuramente uno dei migliori metodi per contrastare l’ipertensione arteriosa e per abbassare gradualmente i valori pressori.
Un adulto medio, con una salute regolare, dovrebbe apportare al proprio fabbisogno giornaliero tra i 100 e i 600 milligrammi di sodio, ovvero tra 0,25 e 1,5 grammi di sale, mentre il consumo salino pro capite nel nostro Paese risulta essere dieci volte più elevato.
Questi risultati sono possibili in quanto determinati alimenti contengono una quantità di sodio molto alta. È il caso di:
- Alimenti sottolio (alici sottolio, pomodori secchi, olive verdi) con 2400 mg di sodio in media, quattro volte in più del necessario
- Salumi (dalla bresaola allo speck, dal prosciutto crudo alla mortadella) con una media di 1800 mg per insaccato
- Formaggi (parmigiano, gorgonzola, feta) con una apporto medio di 1300 mg
A questi vanno aggiunti il pane, la salsa di soia, il pesce e la carne in salamoia, e ovviamente i vari snack salati (arachidi, patatine, pop corn, etc.).
Alimenti da integrare poveri di sodio
Se da un lato bisogna ridurre, o in alcuni casi eliminare, determinati alimenti per tenere sotto controllo la pressione, dall’altro ci sono tantissimi cibi poveri di sodio da integrare, ideali per chi soffre di ipertensione arteriosa. Inoltre, se gli alimenti ricchi di sodio vengono sostituiti con altri ricchi di potassio i benefici ottenuti per la salute dei soggetti ipertesi sono superiori alla semplice riduzione dei cibi ricchi di sodio.
Tra gli alimenti poveri di sodio troviamo:
- Carne magra (pollo, tacchino, vitello)
- Alcuni formaggi (mozzarella, formaggi spalmabili, latte scremato e parzialmente scremato)
A questi come detto vanno aggiunti alimenti come frutta e verdura che sostituiscono il basso livello di sodio con uno alto di potassio, utile a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari.
- Frutta (albicocche, banane, ciliegie, uva)
- Verdura di stagione (melanzane, patate, cavolfiori, rucola, pomodori)
Bastano davvero delle piccole accortezze, tutti gesti semplici ma di grande efficacia. Passo dopo passo potrai imparare a prenderti cura di te e a imparare di cosa il tuo organismo ha bisogno per vivere al meglio.